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Come dovrebbe quindi essere la alimentazione a 12 mesi?

Si è soliti affermare che dal 12° mese l’alimentazione del bambino è del tutto sovrapponibile a quella dell’adulto riducendo significativamente il sale e lo zucchero aggiunti.

Tuttavia ogni bambino è diverso da un altro e quindi ad alcuni bambini non sono ancora spuntati i dentini sufficienti e quindi hanno la necessità di una alimentazione ancora “sminuzzata” poiché non hanno del tutto la capacità masticatoria adeguata, soprattutto per quel che riguarda gli alimenti a base di carne.

Alcuni bambini, invece, anche quando hanno completato la dentizione decidua (avendo tutti i 20 dentini da latte) sono un po’ pigri nella masticazione preferendo cibi ancora del tutto omogeneizzati, riuscendo però a masticare, senza problemi, solo cibi a loro particolarmente graditi come pane, pizza, biscotti, etc… in questo caso è bene non assecondare la loro pigrizia.

 

 

Per ciò che riguarda il secondo, dopo il 12° mese si può abbandonare l’omogeneizzato di carne usare carne finemente macinata in modo che il piccolo cominci gradualmente un tipo di alimentazione più solida ed impari anche a masticare.

Da notare è poi l’assenza, nella sua descrizione, di formaggi e legumi. Potrebbe preparare un passato di legumi e aggiungere 2-3 cucchiai alla pastina a pranzo oppure a cena, e questo farebbe già un pasto diverso, molto in linea con la “dieta mediterranea”; potrebbe anche sostituire la carne e il pesce con formaggi freschi, almeno una o due volte la settimana. Una volta alla settimana potrebbe aggiungere, come secondo, alla pastina un uovo o prepararlo alla coque o sodo o “in camicia”.

Avere un’alimentazione varia è importante non soltanto per introdurre tutti i nutrienti di cui l’organismo ha bisogno, ma anche per avvicinare e abituare il bambino a nuovi sapori e acquisire così corrette abitudini alimentari che avrà per tutta la vita, salvaguardando la sua salute.

Il bambino dopo l'anno dovrebbe fare i due pasti principali identici a quelli del resto della famiglia, assumere il latte della mamma a colazione (fino a quando la mamma ritiene opportuno offrirglielo) e per merenda pane e marmellata oppure un frutto. Se si è smesso di allattare, in alternativa si può dare latte di crescita o yogurt, accompagnati da qualche biscotto, un frutto o pane e marmellata.

Non è assolutamente necessario né utile cucinare apposta per il bambino, a tavola non gli si deve offrire nulla di diverso da quello che mangiano gli altri componenti della famiglia che, proprio per questo, devono iniziare (o continuare) a seguire un'alimentazione corretta.

Il "biologico" sarebbe da preferire ma attenzione a non confondere “biologico" con "integrale". Quest’ultimo è sconsigliato per i bambini piccoli in quanto alla lunga può interferire sull'assorbimento dei sali minerali.

Una domanda che spesso le mamme fanno è sulla “quantità”. Ad ognuna abbiamo sempre risposto che è importante concedere al bambino di autoregolarsi, non insistendo mai affinché assuma altro cibo quando dice basta, non affamarlo ma comunque non permettendogli di esagerare con le porzioni.

A un anno dovrebbe mangiare ogni giorno almeno due frutti e due porzioni di verdure, dai due anni in avanti l’ideale sarebbe che assumesse cinque porzioni tra frutta e verdura (per esempio, zucchine, carote, broccoli, cavolfiore, coste bianche).

In generale, dall’anno in poi, due volte alla settimana vanno offerti i legumi e si può dare anche la cipolla, per abituarlo il più possibile alla varietà dei sapori.

Una volta alla settimana un uovo; una-due volte il pesce; una-due volte la carne; una-due volte il formaggio.

L’olio d’oliva, meglio se extravergine, non deve mai mancare perché è ricco di sostanze preziose per la crescita del cervello. Sì anche alle spremute di arancia, da offrire filtrate, fresche e senza aggiunta di zucchero. In generale, più si varia meglio è.

Spesso il bambino dimostra scetticismo nei confronti di un cibo nuovo e si rifiuta anche di assaggiarlo. Tuttavia si deve sapere che i bambini piccoli prima di accettare un sapore nuovo posso arrivare a rifiutarlo fino a 15 volte. Non bisogna dunque desistere al primo no, ma provare e riprovare a offrirgli i cibi nuovi, senza però forzarlo a mangiarli quando sputa. Una cosa è certa: tanto prima si comincia a proporre una vasta gamma di sapori quanto più è facile che lui accetti di buon grado qualunque novità.

Ecco perché è importante che fin dall'inizio dello svezzamento gli venga data la possibilità di assaggiare di tutto.

CONSIGLI PRATICI

Il bambino deve essere lasciato libero di toccare il cibo, di portarlo alla bocca con le mani.

Il latte gli va servito nella tazza, per evitare che ne assuma troppo, come di fatto accade quando, anche dopo l'anno di vita, si continua a usare il biberon, che da contenitore diventa oggetto di consolazione, cosa che accade spesso con la “poppata pre-nanna”. Questa abitudine è dannosa per il bambino dopo il 12° mese e pertanto la porzione di latte serale dovrebbe essere gradualmente ridotto fino a sparire.

L’uso del biberon ha un problema: il bambino finisce per ingerire grandi quantità di latte non perché ne ha bisogno da un punto di vista nutrizionale ma per il piacere di succhiare. Una simile eventualità potrebbe favorire il rischio di obesità, problema che in Europa vede tra i bambini più colpiti proprio i piccoli italiani.

E' fondamentale che il momento dei pasti assuma il valore di una parentesi per stare insieme. A tavola si mangia e si chiacchiera, ma non si gioca né si guarda la televisione e assolutamente vietati sono i cellulari.

O almeno, così dovrebbe essere…

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